Oggi i commestibili di cannabis, sono veri e propri prodotti alimentari a base di CBD che possono essere utilizzati come alternativa al fumo o alla vaporizzazione, ecco dunque come utilizzare la cannabis in cucina.
Quali sono i commestibili a base di cannabis?
I commestibili di cannabis sono prodotti alimentari a base di CBD che possono essere utilizzati come alternativa al fumo o alla vaporizzazione. Premesso ciò, va altresì aggiunto che sono disponibili anche in diverse forme liquide e presenti persino in alcuni tipi di alimenti, come ad esempio biscotti, caramelle dure e gommose e cioccolatini a forma di animali o di frutta.
Ovviamente alcuni di questi prodotti non sono disponibili tutto l’anno, come del resto tantissimi altri prodotti di stampo vegetale. Bisogna tenere conto dei semi di cannabis per climi diversi, le loro tempistiche di fioritura e la disponibilità di questo tipo di pianta.
I cibi commestibili a base di cannabis appena elencati non sono i soli; infatti, va aggiunto che la gamma comprende anche infusi, popcorn e tanto altro che possano soddisfare il palato di chi intende mangiare diverso e consapevole della bontà della cannabis. Quest’ultima infatti contiene un bassissimo concentrato di cannabidiolo (il principio attivo non esilarante della pianta), quindi che non fa “sballare”.
Conservazione
I prodotti commestibili alla cannabis e la loro confezione spesso sembrano molto simili ad altri alimenti, bevande o caramelle e possono essere quindi facilmente confusi. Per questo motivo è estremamente importante tenerli chiusi a chiave e fuori dalla portata di bambini e animali domestici.
Per il resto la conservazione è subordinata al tipo di confezione che spesso viene proposta in formato essiccato o liofilizzato un po’ come accade nei supermercati per funghi o tartufi adatti per preparare un risotto.
Differenze tra ingestione e vaporizzazione
A differenza del fumo di cannabis, dove gli effetti possono essere avvertiti quasi immediatamente, quelli legati all’ingestione sono rilevabili nel giro di un periodo compreso tra i 30 e i 120 minuti. Inoltre va aggiunto che durano più a lungo del previsto a seconda della dose, dell’ultimo pasto, dei farmaci o dell’alcol utilizzati contemporaneamente.
La quantità di tetraidrocannabinolo (THC) ossia il principale ingrediente psicoattivo della cannabis può tuttavia variare nei prodotti commestibili. Ciò rende difficile controllare quella consumata, per cui all’atto dell’acquisto è opportuno verificare tale caratteristica che per legge deve essere riportata sull’etichetta.
La canapa in cucina
Quella che si usa in cucina è una canapa industriale, priva del principio attivo, che ha avuto una larga diffusione negli ultimi anni sia per il successo dell’alimentazione vegana e vegetariana che per i numerosi e riconosciuti effetti benefici per l’organismo.
Come detto in precedenza la canapa alimentare si presenta in diverse forme (semi, farina, olio) e si utilizza per ricette di antipasti, primi, secondi, contorni, snack e dolci. Ad esempio, con la farina (da usare con attenzione a causa dell’alto grado di termolabilità) si possono realizzare pane, pasta, focacce, pizza e biscotti. L’olio di canapa può essere utilizzato a crudo per condire vari alimenti e per realizzare creme, paté e frullati. Le proteine di canapa in polvere si possono trovare nella preparazione di biscotti, barrette energetiche e frullati.
Tra le ricette più gettonate troviamo l’hemp-fu o tofu di canapa, ovvero un formaggio con latte di semi di canapa, e lo shichimi, una miscela di sette spezie diverse che include i semi di canapa e che si utilizza per condire carni bianche, piatti di riso e zuppe. Esistono anche i biscotti alla canapa che possiedono tutto l’aroma della pianta ma nessun effetto psicotropo.
In conclusione
Dunque, come abbiamo visto, le caratteristiche di questa pianta sono letteralmente infinite, dall’uso psicotropo a quello medico a quello culinario, la cannabis rimane, purtroppo, una delle risorse più sottovalutate del nostro secolo.
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