É accaduto in provincia di Cosenza, dove un ragazzo di 26 anni era stato arrestato nel 2019, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nella fattispecie marijuana, ma lui usava la cannabis, a scopo terapeutico.
Christian Filippo, questo il suo nome, è un ragazzo affetto da una fastidiosa fibromialgia, una patologia psico fisica, che ne espone i soggetti a continui dolori muscolari e rigidità, a detta sua, l’imputato dichiarava che la consumazione di marijuana lo aiutava molto nel gestire e sopperire ai continui dolori, migliorando notevolmente la qualità della sua vita. La difesa, ha più volte sottolineato, come il ragazzo non volendo acquistare la cannabis dalle piazze di spaccio, abbia preferito coltivarla per se, modo tale da evitare di arrichire fondi clandestini e risparmiare anche una cospicua somma di denaro a discapito delle proprie finanze. Una volta uscito dal tribunale Filippo, si dice entusiasta dichiarando quanto segue, ” non è stato affatto semplice attendere due anni, nei quali sono stato anche pesantemente giudicato e marchiato dalla nomina di spacciatore, finalmente ne sono uscito, anche grazie all’aiuto dei miei legali, spero di aver dato un segnale forte e di essere totem di speranza per coloro che soffrono della mia stessa patologia”.
Assolto dalla Scienza
Anche grazie ai continui e sempre più numerosi studi, riguardanti i benefici di thc e cbd, i giudici hanno proclamato che il fatto non sussiste, infatti ad oggi si è appurato come la cannabis abbia un forte potere analgesico e miorilassante, il quale potrebbe benissimo sopperire ai vari farmaci contenenti ibuprofene, che al contrario se abusata causa effetti collaterali molto gravi e pericolosi per la salute. Nel 2017, l‘OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha pubblicato uno studio di 27 pagine, condotto da un consistente team di ricercatori, il quale dichiarava che non vi è motivo fino ad oggi, di pensare che sostanze come il CBD, possano risultare narcotiche o nocive per la salute umana. Affermano anche che, un uso prolungato ed eccessivo della sostanza se non assunta insieme a combustione ed a tabacco, ma eventualmente inalata tramite vaporizzatori o assunta per via orale, non comporti alcun rischio di sviluppare malattie o dipendenze.
Cannabis Legale per il dolore cronico
Il caso del ragazzo cosentino, oltre a fornirci un importante cambio di rotta dal punto di vista legale, che di per se è un grande successo e dimostra grande apertura mentale da parte dei giudici italiani, ha riportato alla luce un grave problema che colpisce moltissimi italiani, ossia il poter assumere marijuana in casa, e soprattutto coltivarla, per poter avere un grosso aiuto nel lenire i dolori delle diverse patologie, che attaccano i muscoli e il sistema nervoso in generale. Infatti, per loro poter coltivare la cannabis in casa, vuol dire non solo, non rischiare di andarla a prendere in posti angusti e pericolosi, ma anche di poter avere un notevole risparmio economico e poter migliorare la propria vita attraverso una “semplice” e incredibile pianta.
Conclusioni
La rotta sta cambiando, è nell’aria e senza dubbio, dei piccoli accadimenti come questi, danno sicuramente molta fiducia per la possibilità di introdurre un confronto, sopratutto nei piani alti, riguardante la legalizzazione della cannabis in generale. Un fatto del genere garantirebbe senza dubbio un passo avanti nella lotta alle mafie, alla criminalità organizzata e per di più i consumatori avrebbero più garanzie riguardo ciò che acquistano, il mercato porterebbe notevoli introiti nelle casse del governo, che potrebbero essere usati nel sociale, e sicuramente ragazzi come Christian, potrebbero curarsi in casa, senza aver paura di uscirne con lo stigma di spacciatore o di tossico dipendente.
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