“In un documento in dieci punti indirizzato ai partiti, oltre ai sostegni alle imprese del comparto, l’associazione sottolinea che è una coltura dalle enormi potenzialità in tutti i campi (medicina, cosmetica, edilizia, energia) che sconta ancora una normativa non chiara“.
I florovivaisti, battono i pugni per rendere legale la marijuana in Italia, elencando in 10 punti come essa possa essere un ottimo veicolo per introdurre denaro nel paese e per ridurre i consumi energetici, ma vediamo come.
Energia sostenibile con la Cannabis
Le capacità delle fibre di cannabis sia per la produzione che per lo stoccaggio di energia possono aiutare a garantire energia sostenibile, affidabile e verde per tutti, riducendo al contempo la dipendenza dalle risorse fossili. La coltivazione di cannabis indoor che utilizza luce artificiale, calore, ventilazione, sistemi di umidità, automazione e irrigazione sono il frutto di politiche proibitive: le normative legali dovrebbero cercare di incentivare metodi di coltivazione in serra o outdoor che hanno un impatto meno dannoso sull’ambiente e hanno un’ impronta ecologica. Dovrebbe essere incoraggiato lo sviluppo del mercato di nano-lamine di carbonio per elettrodi ricavati dai rifiuti residui delle piante di cannabis, che superano in prestazioni i supercondensatori standard a base di grafene.
Gli incentivi a modelli di coltivazione sostenibili dovrebbero essere integrati nelle riforme politiche relative alla cannabis e includere strumenti come la standardizzazione, gli incentivi, la limitazione del tasso di coltivazione indoor autorizzato per azienda o l’applicazione di un modello fiscale per gli impianti di coltivazione di cannabis indoor. Vediamo, dunque, qual è la situazione attuale e come si può sfruttare la sostenibilità energetica della Cannabis.
Produrre e immagazzinare energia a livello locale con la biomassa delle piante di cannabis
Un’elevata resa di biomassa unita a una materia prima a basso costo, la facilità di coltivazione e l’idoneità di aggiungere Cannabis nelle rotazioni colturali esistenti, caratterizzano la “canapa” come un’opzione rinnovabile per la produzione di biocarburanti. L’accesso all’energia è meglio assicurato se prodotto a livello nazionale o locale. Un maggior numero di forniture locali di centrali elettriche a biomassa da cannabis, utilizzando gli scarti delle colture, potrebbe contribuire in modo significativo all’universalità dell’accesso tutto l’anno e all’accessibilità dei prezzi.
Recenti ricerche hanno dimostrato che i rifiuti residui delle piante di Cannabis possono anche essere trasformati in nano-lamine di carbonio che hanno dimostrato una notevole efficienza nel produrre elettrodi, superando i normali supercondensatori a base di grafene.
Rendere le colture di Cannabis sostenibili e a risparmio energetico
Come detto nel primo paragrafo, la coltivazione illegale di cannabis ha creato il fenomeno della coltivazione indoor, utilizzando luce artificiale, calore, ventilazione, sistemi di umidità, automazione, irrigazione, ecc.
Mentre questo metodo di coltivazione ha un impatto estremamente dannoso sull’ambiente, metodi regolari di coltivazione (in particolare outdoor e serre) hanno un’impronta di carbonio estremamente bassa.
A parte la produzione di medicinali standardizzati a base di Cannabis in cui un ambiente di coltivazione completamente controllato è un prerequisito, le normative legali sembrano portare una tendenza verso l’abbandono della coltivazione di Cannabis di tipo magazzino a favore delle serre. I coltivatori considerano le serre una soluzione economica (i costi di produzione sono ridotti del 30% rispetto alla coltivazione indoor) e le autorità pubbliche a volte incoraggiano i mercati legali emergenti della cannabis ad adottare modelli di produzione sostenibili per ridurre il consumo di energia e l’impronta di carbonio. Regolamentare le politiche sulla cannabis e promuovere la luce solare naturale come fonte di illuminazione primaria piuttosto che come fonte di energia elettrica è la chiave per razionalizzare il consumo di energia e gli sprechi.
Considerazioni finali
Dunque, come abbiamo visto le possibilità di ridurre sprechi energetici ed ambientali, sono parecchie, soprattutto se si pensa che la maggior parte dei soldi spesi per l’utilizzo di carburanti fossili e principi inquinanti non vengono nemmeno reinvestiti in servizi o beni per il cittadino, il che rende tutto più “sporco”.
La soluzione l’abbiamo da tempo, ma nessuno sembra volersene accorgere o per lo meno prendersene la responsabilità del suo non utilizzo, infatti legalizzare la cannabis anche soltanto per la vendita come materia prima e non come sostanza drogante, potrebbe abbattere costi e inquinamento.
Purtroppo ad oggi la battaglia continua e per fortuna qualcosa sembra muoversi, ma dobbiamo farlo in fretta, sicuramente la natura non aspetterà noi prima di ribellarsi.
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