Ad oggi la cannabis è una delle sostanze psicoattive più adoperata a livello internazionale, con un uso ricreativo diffuso in molte parti del globo. Ma anche nel 2024 continuano ad esserci pareri molto discordanti fra loro, infatti molti la considerano relativamente innocua, altri invece sembrano sostenere che ci siano effettivamente delle prove crescenti che l’uso a lungo termine possa comportare effetti collaterali significativi e sintomi da dipendenza.
Quando si assume cannabis, sia per via inalatoria che orale, si verificano una serie di effetti a breve termine che possono variare da persona a persona. Tra questi vi sono l’euforia, la sensazione di relax, l’aumento dell’appetito e la distorsione del tempo e della percezione. Molti utenti riportano anche un aumento della sensibilità sensoriale e una maggiore apertura alla creatività. Tuttavia, oltre a questi effetti desiderati, vi sono anche numerosi effetti collaterali che possono essere più problematici.
In questo articolo esamineremo attentamente gli effetti collaterali della cannabis e i sintomi associati alla dipendenza da essa.
Effetti collaterali fisici e psicologici della cannabis
Gli effetti collaterali fisici dell’uso di cannabis possono essere diversi, tra essi troviamo ad esempio, secchezza delle fauci, occhi rossi, aumento della frequenza cardiaca e diminuzione della pressione sanguigna. Alcune persone possono sperimentare vertigini o problemi di coordinazione motoria. L’uso cronico può anche portare a problemi respiratori, come bronchite cronica, a causa dell’inalazione di fumo, asma e apnee notturne. Inoltre, l’abuso di cannabinoidi può influenzare negativamente il sistema immunitario, rendendo gli individui più suscettibili ad infezioni e malattie.
Oltre agli effetti fisici, l’uso di marijuana può anche influenzare il benessere psicologico degli individui. Mentre molti utenti riportano una sensazione di rilassamento e tranquillità, altri possono sperimentare ansia, paranoia o panico, specialmente in caso di dosi elevate o in persone predisposte. L’uso prolungato può anche contribuire allo sviluppo di disturbi psichiatrici come la depressione o la psicosi, soprattutto in individui con una storia familiare di tali condizioni.
Un aspetto importante da considerare riguardo all’uso di cannabis è la sua potenziale dipendenza. Sebbene sia spesso considerata una sostanza che dà meno dipendenza rispetto ad altre sostanze, come l’alcol o l’eroina, è comunque possibile sviluppare una dipendenza psicologica e, in alcuni casi, anche una dipendenza fisica. I sintomi da dipendenza possono includere una forte compulsione al consumo, difficoltà a controllare l’uso della sostanza e una tendenza a continuare a consumarla nonostante le conseguenze negative.
Quando un individuo dipendente cerca di interrompere l’uso di cannabis, può sperimentare una serie di sintomi di astinenza che possono essere sia fisici che psicologici. Tra i sintomi fisici più comuni vi sono disturbi del sonno, sudorazione eccessiva, perdita di appetito e mal di testa. Dal punto di vista psicologico, possono verificarsi irritabilità, ansia, depressione e difficoltà di concentrazione. Questi sintomi possono essere particolarmente intensi nei primi giorni dopo l’arresto dell’uso e tendono a diminuire nel corso del tempo.
Trattamento della dipendenza da cannabis
Il trattamento della dipendenza da cannabis può essere complesso e coinvolgere una serie di approcci terapeutici. Questi possono includere:
- Terapia cognitivo-comportamentale: per affrontare soprattutto i modelli di pensiero e comportamento legati all’uso della sostanza;
- Supporto psicologico per gestire sintomi come ansia e depressione;
- Programmi di riabilitazione che offrono sostegno sociale e strumenti per il recupero.
In alcuni casi un po’ più seri, possono essere prescritti farmaci per aiutare a gestire i sintomi di astinenza o per ridurre il desiderio di cannabis.
Per ridurre il rischio di sviluppare una dipendenza e minimizzare gli effetti collaterali negativi, sarebbe importante promuovere la prevenzione e la consapevolezza riguardo al suo uso, soprattutto grazie a programmi educativi della popolazione, che dovrebbero dapprima partire dalle scuole per poi arrivare a sfociare in vere e proprie campagne di sensibilizzazione pubblica per poter avere accesso a servizi di consulenza e supporto per coloro che cercano aiuto per ridurre o interrompere l’uso di cannabis. Inoltre, sarebbe importante incoraggiare una politica basata sull’evidenza per regolare l’accesso alla marijuana e promuovere un uso responsabile e consapevole della sostanza.
Conclusioni
Abbiamo quindi visto che, sebbene la cannabis sia spesso considerata una droga relativamente sicura o nel gergo comune “leggera”, è importante riconoscere che il suo uso può comportare effetti collaterali importanti e sintomi da dipendenza. Le persone che la consumano dovrebbero essere consapevoli dei potenziali rischi per la salute e cercare aiuto se sperimentano problemi legati al suo consumo.
Questo, però, può avvenire solo grazie ad un’attenta promozione della consapevolezza e dell’educazione e garantendo l’accesso a trattamenti efficaci a coloro che ne necessitano, in modo tale da poter affrontare responsabilmente l’uso di cannabis e ridurre eventuali danni associati ad esso.
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