La definizione di Hemp Body Car, letteralmente auto di canapa, risale al lontano 1937, tecnologia lanciata dal noto Henry Ford, imprenditore automobilistico e visionario, che non fu mai veramente ascoltato, almeno fino a qualche anno fa.
Il cambiamento climatico, i continui dibattiti riguardanti nuove fonti di energia e la frenetica ricerca di nuovi materiali green, hanno obbligato le grandi multinazionali a trovare nuove alternative. Oggi l’alternativa si chiama Hemp Cars, questa tipologia di auto è interamente costruita in materiali derivati da semi di soia e canapa e risulta avere un peso inferiore alla normale plastica o latta, ma non solo, infatti questo materiale avrebbe anche una resistenza superiore del 50% rispetto ai suoi antenati.
Ma come e quando nasce il progetto?
L’idea principale, nasce come detto in precedenza, da Henry Ford, il quale, al seguito di diversi studi con il suo entourage, riesce nel lontano 1937 a costruire un’intera auto, con una “bioplastica”, per l’appunto costituita da fibre di canapa e semi di soia e come se non bastasse, anche alimentata con etanolo di canapa, il quale, tutt’oggi avrebbe non solo un impatto inferiore in termini di inquinamento, ma porterebbe un notevole risparmio nelle nostre tasche a dispetto dell’odierno carburante. Fiero del suo progetto Ford, descrisse la sua opera ingegneristica, come un salto nel futuro, citando testuali parole, ” perché consumare foreste che hanno impiegato secoli per crescere e miniere che hanno avuto bisogno di intere ere geologiche per stabilirsi, se possiamo ottenere l’equivalente delle foreste e dei prodotti minerari dall’annuale crescita dei campi di canapa?”
Ford, grazie ai suoi ingegneri, riuscì a creare un qualcosa che ad oggi sarebbe sicuramente stato premiato con un nobel, invece, nel 1955, con Ford ormai defunto da qualche anno, l’auto fu demolita, a seguito della proibizione della canapa negli Stati Uniti d’America.
Le Hemp Cars oggi
Come detto già in precedenza, le numerosi difficoltà che si stanno attraversando in quest’ultimo decennio, hanno portato scienzuniati ed imprenditori a collaborare sempre di più, per raggiungere un impatto ambientale il più possibile green.
Ad oggi molte case automobilistiche, hanno ripreso il porgetto “Hemp Cars”, ad esempio la Bmw con il progetto i3, oltre a creare un auto totalmente elettrica ad emissioni zero, ha costruito il suo telaio interamente con resina di canapa, imitando appunto il progetto fordiano.
Ovviamente non sono mancate compagnie come, Porsche, Audi, Mercedes,Chrysler e Volkswagen, le quali hanno introdotto la medesima tecnologia per provare a rendere le proprie auto sempre meno inquinanti.
Tecnologia e amore per la natura
Oggi amare la natura è molto più facile a dirsi che a farsi, infatti, anche provando a migliorare un fattore inquinante se ne implicherà un altro e così via, come in un circolo vizioso essere del tutto green, risulta impossibile. Senza dubbio le Hemp Cars, sono un ottimo punto di partenza, ma purtroppo oggi, risultano essere soltanto una minoranza nel mercato automobilistico mondiale.
Bisogna non demordere, e cercare di fare il bene della natura ognuno nel proprio piccolo, basandosi anche sulla visione e l’amore verso il nostro pianeta lasciatoci da Henry Ford, il quale risulta essere stato nel 2022, uno dei pochi imprenditori storici,ad averci lasciato un segno importante dal passato, come se già sapesse che in futuro, il suo impegno e la sua dedizione ci sarebbero tornati utili. Abbiamo capito dunque, che unire l’utile al dilettevole spesso faccia davvero comodo, e l’impegno e gli enormi sacrifici che dovremmo affrontare oggi, si sarebbero potuti senza dubbio evitare, bene, adesso è tutto nelle nostre mani, siamo in un periodo storico nel quale le parole non servono più, è il momento di agire, e non “sfruttare” un bene come la canapa, sarebbe davvero da stolti.
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