Nel campo dell’arte, più in particolare della letteratura europea, sono stati molti i circoli frequentati dai grandi scrittori romanzieri, ma conoscevate l’esistenza di un Club nominato “dei Mangiatori di Hashish”?
Beh, non solo è esistito, ma ne hanno fatto parte alcuni fra i più celebri ed immortali geni della letteratura francese, tra cui Victor Hugo, Eugene Delacroix e Charles Baudelaire.
Nonostante nei libri di storia non è mai stata fatta una digressione sull’importanza del ruolo rivestito dalla canapa nel tempo, è opportuno invece ricordare che sin dai tempi dell’impero Napoleonico (e ancor prima) la canapa fu una risorsa molto ambita; infatti, contesa dalle flotte britanniche e americane, provocò diversi scontri fra le varie nazioni.
In Francia, in particolare, vi giunse grazie alle truppe napoleoniche in seguito alla campagna d’Egitto e un aspetto interessante, in questo caso, è che nonostante Napoleone durante la fine del ‘700 avesse vietato l’uso della cannabis, di cui invece i suoi soldati facevano regolarmente uso, sia attraverso il fumo sia attraverso l’assunzione di liquori a base di hashish, l’uso della canapa si diffuse rapidamente in
tutta la Francia.
La diffusione di testi provenienti dall’India sugli effetti benefici e gli impieghi esoterici e terapeutici della cannabis incuriosì moltissimo l’élite francese, così medici ed artisti furono invogliati a sperimentare tutto questo personalmente: da quì la nascita del Club dei Mangiatori d’Hashish.
Il suo fondatore fu il famoso scrittore e critico Teophile Gautier, vissuto in Francia nella metà dell’ Ottocento. Il pittore Boissard viveva nei locali di un bellissimo palazzo a Parigi, l’Hotel Pimodan, precisamente sull’isola di Saint-Louis e proprio in quei locali Gautier insieme a medici e scrittori come Victor Hugo, Alexandre Dumas, Honorè de Balzàc, Eugene Delacorix, Charles Baudelaire e tanti altri artisti, intellettuali parigini si riunivano, una volta al mese, per assistere da spettatori agli effetti della cannabis su chi ne faceva uso o per consumarla in prima persona.
Ma queste esperienze rimasero fini a se stesse oppure ne fruttò qualcosa?
In realtà dovremmo tutti essere grati al Club dei Mangiatori d’Hashish, infatti, in un certo senso, è proprio grazie alla cannabis che oggi abbiamo la possibilità di leggere dei capolavori come Paradisi artificiali di Charles Baudelaire, Il tempo degli assassini di Arthur Rimbaud e molte altre opere ispirate dagli effetti dell’uso della cannabis: poesie, novelle e racconti che vengono definite come capisaldi della letteratura
francese ottocentesca.
Così, dopo queste informazioni storico-letterarie non possiamo far altro che sperare in nuove ispirazioni di questo genere.
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