Cinque anni fa è stata scoperta dai militari messicani la più grande piantagione di cannabis al mondo. Si stima che la piantagione avrebbe prodotto 160 milioni di dollari.
120 ettari estesi localizzati nella bassa California.
La piantagione inoltre ospitava 60 lavoratori, praticamente una piccola multinazionale.
Non si è scoperto a quale gruppo la piantagione appartenesse.
Non è la prima volta che i militari messicani scoprono piantagioni così grandi.
Rimanendo nel territorio nazionale proprio lo scorso Settembre sono state trovate 14 mila piante di marijuana a Castellaneta.
Quando la cannabis legale sconfigge la criminalità
Interessante è il caso dell’Uruguay.
Cinque anni fa entrava in vigore la legge sul consumo di cannabis.
Viene chiamata “la marijuana di Stato” ed è disponibile in farmacia.
La commercializzazione ha fatto sì che il 50% del consumo viene gestito dal mercato legale, sottraendo così introiti alla criminalità.
La legalizzazione uruguayana è fortemente controllata dalla Stato che si fa garante attraverso dei concessionari della produzione della cannabis con cui rifornire le farmacie, per la coltivazione ad uso personale invece basta un’autodichiarazione, così come per i cannabis social club che hanno alcune regole semplici da rispettare oltre che l’obbligo di sottoporsi a verifiche ogni volta le forze dell’ordine lo richiedano.
Lo stato uruguaiano sta anche monitorando attentamente gli effetti della legalizzazione sui consumi e sulla salute pubblica. I primi risultati diffusi durante l’Expo cannabis Uruguay svoltosi lo scorso mese di dicembre hanno testimoniato che nessun aumento dei consumi di cannabis è stato rilevato, così come non si sono verificati problemi per la sicurezza e la salute pubblica, mentre il moltiplicarsi delle informazioni e di dibattiti pubblici sul tema delle droghe in generale, ha aumentando la consapevolezza dei cittadini sull’argomento.
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